Il decimo episodio del "piccolo vangelo dell'umorismo di Gesù" si trova in Lc 24,13-31:
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.
È sempre il primo giorno dopo il sabato, non più al mattino ma nel pomeriggio (cfr. Lc 24,1.13.29). Qui Gesù si nasconde simpaticamente per ben tre volte! La prima nell’accostarsi a questi discepoli domandando «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?» (ciò gli è possibile anche perché, come scrive Giorgio Conconi, allora sulle strade «la circostanza che un viaggiatore raggiunga altri affiancandosi e percorrendo poi insieme un tratto di strada era piuttosto comune»); la seconda volta nel chiedere informazioni su cosa sia avvenuto a Gerusalemme a un attonito Clèopa, che non si spiega come questo sconosciuto possa non conoscere ciò che è sulla bocca di tutti; la terza volta nel far finta di dover proseguire il cammino una volta raggiunta Emmaus. Si può anche notare che, a un certo punto, sembra che Gesù inizi a far di tutto per essere riconosciuto – soprattutto spiegando le Scritture («la lezione biblica più perfetta e più sicura che sia mai stata data sulla terra», rileva Henri Cormier) – ma trovi dinanzi a sé una notevole lentezza di comprendonio da parte di quei discepoli, che non può non farlo sorridere. Da notare infine che Gesù si fa invitare a cena, tiene i due in ballo per tutta la serata e li pianta in asso proprio sul più bello, cioè quando finalmente lo riconoscono. Se questo non è un Gesù che ama scherzare…
Puntata #1 del 29 marzo.
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Prossima puntata #12 (di 13) il 7 maggio.
BATTAGLIA O., Il Dio che sorride. Il sorriso nella Bibbia, Cittadella, Assisi 2001, pp. 176-177.
CONCONI G., Quando Gesù sorrise. Gli uomini e le donne che fecero sorridere Gesù, San Paolo, Cinisello Balsamo 1995, p. 100.
CORMIER H., L’umorismo di Gesù, San Paolo, Roma 1979 (III edizione, traduzione dell’opera del 1974), pp. 167-169.
RICCIOTTI G., Vita di Gesù Cristo, Mondadori, Milano 2013 (ristampa della XV edizione del 1962; I edizione del 1941), pp. 709-710.