Gemma #63: omaggio a John Ronald Reuel Tolkien


Oggi è il 50° anniversario della morte dello scrittore, filologo e linguista inglese il cui incredibile universo letterario ho scoperto molto tardi, solo quattro anni fa, ma senza da allora più staccarmene. Avevo già scritto qualcosa sui suoi capolavori: Il Signore degli Anelli e il suo antefatto, Lo Hobbit. Bisognerebbe anche ricordare, tra gli altri, Il Silmarillion, la leggendaria preistoria del mondo tolkieniano. 
Vorrei semplicemente dirti grazie, John Ronald Reuel. I tuoi libri (consigliatissimi) e i bei film che ne sono stati tratti mi hanno appassionato, arricchito, educato, svagato, divertito (troppo simpatici gli hobbit, Bilbo su tutti) e spronato come poche altre opere. In particolare mi hanno spronato, sulle orme di Frodo, ad affrontare le difficoltà del quotidiano - soprattutto la fatica dell'attesa e della speranza, direi! - in questi ultimi anni nei quali le tenebre care a Morgoth sembrano essersi un po' infittite sull'intera Terra di Mezzo (basti citare pandemia e guerra in Ucraina). 
Ti confesso, maestro e amico, che ogni tanto ripeto le parole di Frodo in questo dialogo delle prime pagine de Il Signore degli Anelli e sento che, dietro a Gandalf, tu mi rispondi con parole che sono eco di una saggezza più antica: «“Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo. “Anch’io”, annuì Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato"». Dialogo ben ripreso in una scena del primo film della trilogia (visibile qui sotto) e che troverà un completamento molto più tardi, ormai "alla fine di ogni cosa", quando Gandalf dirà: «"Altri mali potranno sopraggiungere, perché Sauron stesso non è che un servo o un emissario. Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare"». 
Grazie John Ronald Reuel, perché con la tua vita e con le tue opere mi incoraggi a non perdere la speranza in Colui che, in una lettera del 1956, definivi come «lo Scrittore della Storia – e non alludo a me stesso – l’unica Persona sempre presente, che non è mai assente e mai nominata». Colui al quale un Aragorn di altri tempi, il re Davide, si affidava così: «Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno» (Sal 145,15).


Fonti: 
MONDA A., John Ronald Reuel Tolkien. L’imprevedibilità del bene, Ares, Milano 2021, p. 137 (per la citazione della lettera).
TOLKIEN J. R. R., Il Signore degli Anelli, Giunti/Bompiani, Milano 2017 (traduzione dell'opera del 1954-1955), pp. 76, 950 e 1022.

Immagine:
Fotografie di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) a 24 anni e di sua moglie Edith Mary Bratt (1889-1971) a 17 anni. La coppia ebbe quattro figli: John Francis Reuel (1917-2003), Michael Hilary Reuel (1920-1984), Christopher John Reuel (1924-2020) e Priscilla Anne Reuel (1929-2022).