Gemma #34: realismo vs idealismo


Si sa, oggi la filosofia dominante è una discendente più o meno prossima dell'idealismo. Ma non fu sempre così: da quando è certo che l'uomo ha iniziato a filosofare (Grecia, VII secolo a. C.) fino al XVII secolo (a partire da Cartesio, per intenderci) il realismo filosofico l'ha fatta da padrone. 
In estrema sintesi si può dire che secondo il realismo «conoscere è rispecchiare il mondo esterno, già dato e compiuto in sé, nello spirito» (l'oggetto precede il soggetto) mentre secondo l'idealismo è esattamente il contrario: «conoscere è creare gli oggetti o enti conosciuti con l'atto stesso di conoscerli» (l'oggetto non sussiste indipendentemente dal soggetto). Il relativismo dominante (penso a Checco Zalone nel suo primo film: chi può dirsene oggi "scevro"?) è solo una logica conseguenza del pensiero idealista: se è il singolo a "creare" la realtà avremo tante verità (= tante realtà) almeno quanti cervelli. Il problema di fondo è uno solo: l'idealismo è semplicemente una "teoria della non conoscenza dell'essere"... Per dirla con Chesterton: «Esiste un pensiero che ferma il pensiero. È l’unico pensiero che andrebbe fermato».
L'aveva spiegato chiaramente già Aristotele: «non perché noi ti pensiamo bianco tu sei veramente bianco, ma per il fatto che tu sei bianco, noi, che affermiamo questo, siamo nel vero». Conveniamo su un assunto perché si fonda sulla realtà: solo così una conoscenza può essere valida ed esserlo in modo universale. Per questo Tommaso d'Aquino definiva la verità come adeguamento dell'intelletto alla cosa, cioè alla realtà.
Il relativista/idealista, a questo punto, solleva al realista una o più di queste obiezioni: 1) diversità delle opinioni degli uomini e contraddizioni dei filosofi, 2) errore dei sensi, 3) circolo vizioso di chi cerca di dimostrare i principi primi, 4) relatività della conoscenza umana.
Ci tornerò su fra tre giorni in un altro post, se no questo si fa troppo lungo. Intanto godiamoci Checco in Cado dalle nubi (2009) con la sua dottrina del "relativismo scevro".


Fonti:
ARISTOTELE, Metafisica, IX, 10, 1051 b 6-9. in ID., Metafisica (a cura di REALE G.), Rusconi, Milano 1993, p. 429.
CHESTERTON G. K., Ortodossia, Lindau, Torino 2010 (traduzione dell’opera del 1908), p. 60.
LLANO A., Filosofia della conoscenza, Edusc, Roma 2011 (II edizione riveduta e ampliata da ASCHERI V.), pp. 50-57 e 133-137.
OTTAVIANO C., Manuale di Storia della Filosofia, vol. II, La Nuova Cultura, Napoli 1972, pp. 415-422.
TOMMASO D'AQUINO, Questioni disputate. La verità, I, 1, 5b. 

Immagine:
Fra Bartolomeo, San Tommaso d’Aquino, 1510-1517 circa, Firenze, Convento di San Marco.