Gemma #22: "speciale Sindone" puntata #1: la storia


Con questo post inizia uno "speciale" dedicato alla Sindone che durerà un mese e sarà formato da 10 puntate pubblicate ogni sabato e mercoledì; lo "speciale" che vi presento è stato revisionato e corretto da una famosa esperta in materia, che ringrazierò nell'ultima puntata.
La Sindone è il reperto archeologico più studiato della storia. Si tratta di un lenzuolo (dal greco sindón) di lino ingiallito di 442 x 113 cm che oltre a segni di bruciature, acqua e sangue reca impressa l'immagine frontale e dorsale di un uomo morto dopo essere stato torturato e ferito. Secondo molti studiosi e anche secondo la Chiesa cattolica il cadavere avvolto in questo telo era quello di Gesù di Nazareth, crocifisso a Gerusalemme in una primavera attorno al 30 d. C.
Dalle testimonianze storiche sappiamo che la Sindone fu esposta a Lirey in Francia, verso il 1355, dal crociato Geoffroy I de Charny; nel 1390 una bolla dell’antipapa Clemente VII ne permise la pubblica esposizione; nel 1418 venne trasferita a Montfort; nel marzo del 1453 passò ai Savoia; nel 1506 papa Giulio II istituì la festa della Sindone; nel 1532 la Sindone subì un incendio a Chambéry che la danneggiò parzialmente; affinché il vescovo Carlo Borromeo potesse venerarla nel 1578 fu trasferita a Torino, nel cui Duomo si trova tuttora dal 1993 e dove è scampata indenne a un altro incendio nell’aprile del 1997 (nel 1983 è stata donata al papa da Umberto II di Savoia).
Prima del XIV secolo non si hanno certezze sui movimenti della Sindone: probabilmente dovette passare da Gerusalemme in Turchia; è molto probabile sia stata occultata per lungo tempo a Edessa come Mandylion (che significa “telo” o “asciugamano”); nell’agosto del 944 la Sindone sarebbe giunta ripiegata in quattro parti a Costantinopoli per volere dell’imperatore bizantino; nell’aprile del 1204 i crociati l'avrebbero trovata e portata poi in Francia.
A partire dal IV secolo le raffigurazioni di Cristo nell'arte orientale e occidentale, nonché nelle monete, risultano fortemente influenzate dal volto sindonico (secondo il criterio forense statunitense se ci sono da 45 a 60 punti di sovrapposizione c’è identità o similarità tra i soggetti ritratti: sono stati individuati 250 punti di sovrapposizione della Sindone con l’icona di Cristo del monastero di Santa Caterina sul Sinai, 125 con il volto del pannello di Templecombe venerato dai templari, 140 con alcune monete).


Prossima puntata #2 (di 10) il 10 agosto.

Fonti:
BARBET P., La Passione di N. S. Gesù Cristo secondo il chirurgo, L. I. C. E., Torino 1954 (II edizione; traduzione dell’opera del 1951le pp. 220-240 riportano una meditazione dal titolo “La passione corporale di Gesù” scritta nel 1940), pp. 13-24 e 193-194.
FANTI G., MALFI P., Sindone: primo secolo dopo Cristo!, Edizioni Segno, Tavagnacco 2014, pp. 93-200.
MARINELLI E., Sindone, in BARRA G., IANNACCONE M. A., RESPINTI M. (a cura di), Dizionario elementare di apologetica, IdA, Milano 2015, pp. 489-491..
MARINELLI E., FASOL M., Luce dal sepolcro. Indagine sull’autenticità della Sindone e dei Vangeli, Fede & Cultura, Verona 2019 (II edizione), pp. 17-19 e 64-105.
RATZINGER J. (BENEDETTO XVI), Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, Libreria Editrice Vaticana/Rizzoli, Città del Vaticano/Milano 2011, p. 254.

Immagine:
Icona di Cristo Pantocratore, VI secolo, monastero di Santa Caterina sul monte Sinai.