Gemma #11: il litostroto di Gerusalemme


Giovanni nel suo vangelo dimostra una conoscenza molto precisa della Giudea e di Gerusalemme, come l'archeologia ha confermato più volte. Un esempio è il "litostroto" citato al capitolo 19 versetto 13: «Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà». Il termine greco significa "luogo lastricato", quello ebraico "altura". Non ne sapevamo nulla di più fino al 1927, quando il padre domenicano e archeologo Louis-Hugues Vincent, sulla base degli indizi forniti da Giovanni, riportò il litostroto alla luce. Si tratta di un cortile lastricato di 2500 mq sito dove si apriva il cortile della fortezza Antonia, residenza del procuratore romano durante il periodo di Pasqua. Il termine greco allude alla pavimentazione romana mentre quello ebraico al fatto che l'Antonia sorgeva sulla collina più alta delle quattro della Gerusalemme antica. Sul litostroto sono stati trovati alcuni segni tra cui lo scorpione simbolo della Legio X Fretensis attiva in questa regione nel I secolo e il “gioco del re” rappresentato da una corona con accanto la “b” di Basileus cui potrebbe collegarsi il ludibrio subito da Gesù durante la Passione (cfr. Mt 27,27-31Mc 15,16-20Gv 19,1-3).

Fonti:
DEBERG
É P., La costituzione del Nuovo Testamento, in ID., NIEUVIARTS J. (a cura di), Guida di lettura del Nuovo Testamento, EDB, Bologna 2006 (traduzione dell'opera del 2004), p. 63.
GIUSEPPE FLAVIO, Guerra giudaica, V, 238-245 (traduzione dell'opera del 90-95 circa).
KELLER W., La Bibbia aveva ragione, Garzanti, Milano 1956 (traduzione dell’opera del 1955), p. 335.
MESSORI V., Ipotesi su Gesù, SEI, Torino 1976, pp. 228-231.
RICCIOTTI G., Vita di Gesù Cristo, Mondadori, Milano 2013 (ristampa della XV edizione del 1962; I edizione del 1941), pp. 157 e 659-661.