Con questo post vorrei suggerire a tutti coloro che non vedono la fine di una notte - di qualsiasi notte della vita - di leggere, o rileggere, la storia di Giuseppe figlio di Giacobbe, che si trova in Gen 37 e 39-50.
A commento è stato scritto tantissimo. Qui basti questo: si tratta di una storia di schiavitù e di buio, di rinascita e di luce tra le più belle che abbia mai ascoltato. Giuseppe anticipa nella sua vita le vicende che il suo popolo vivrà (e romanzerà) qualche secolo più tardi durante l'esodo dal grigiore dell'Egitto alla pienezza di colori della Terra promessa. Durante la sua drammatica esperienza sembra anche lui gridare a Dio, con Isaia 51,10: «Non sei tu che hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso, e hai fatto delle profondità del mare una strada, perché vi passassero i redenti?». Mentre alla fine della vita, forse, può anch'egli cantare con Max Pezzali: «I fiori nel deserto a volte nascono / pensavo non fosse così / ed invece vedi / i fiori nel deserto a volte sbocciano / sconfiggono sabbia e polvere».
Accanto alle pagine della Bibbia vorrei ricordare il film d'animazione Giuseppe il re dei sogni (uscito nel 2000, regia di Rob La Duca e Robert Ramirez). Film meraviglioso come la storia che racconta e del quale prediligo la canzone "Tu vedi più lontano di me". Che, tra l'altro, afferma: «Avevo agito bene / avevo le risposte / la strada era quella giusta / ma mi ha portato qua / conosci le mie pene / per questo chiedo aiuto / adesso che ho rinunciato / io so la verità / tu vedi più lontano di me / tu sai la via / non voglio sapere perché / tu vedi più lontano di me». Merita ascoltarla (e "spoilerarla") per intero: