Gemma #40: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?"


Oggi la Chiesa celebra la festa della Madonna di Loreto, nel ricordo della traslazione (nel 1294) sulla collina marchigiana ove poi sarebbe sorta Loreto di quella che, secondo la tradizione, fu la "Santa Casa" di Nazareth. Ed è proprio di Nazareth che qui desidero parlarvi.
Il paese di Maria (cfr. Lc 1,26-27) e Giuseppe (cfr. Lc 2,4) all'epoca di Gesù era sostanzialmente sconosciuto alla storia: non se ne trova alcuna menzione né nell'Antico Testamento né in Giuseppe Flavio né nel Talmud. Sono i vangeli a citare Nazareth, confermando la poca considerazione di cui godeva (cfr. Gv 1,45-46). Un povero villaggio di pastori, nulla più. Su queste basi è stata così più volte messa in dubbio la sua effettiva esistenza e la sua coincidenza con l'attuale città (che conta circa 80000 abitanti). Tuttavia le ricerche archeologiche (condotte in particolare dal francescano Bellarmino Bagatti) hanno rilevato la presenza di antichissimi insediamenti umani nelle grotte aperte artificialmente lungo il pendio della collina, riportando alla luce - tra l'altro - tombe, silos, cisterne e abitazioni scavate nella roccia. Inoltre nel 1962 è stata trovata tra le rovine di Cesarea marittima una lapide con quattro righe in scrittura ebraica quadrata su cui compare il nome di Nazareth (Vittorio Messori la ritiene certamente databile al III secolo a. C. ma tale datazione non sembra affatto corretta: l'iscrizione risalirebbe al III-IV secolo d. C.).
Questo sconosciuto villaggio di una periferica provincia dell'impero romano, dal quale gli stessi ebrei non pensavano potesse venire nulla di buono, secondo i cristiani ha ribaltato ogni previsione potendo vantare qualcosa di unico al mondo: a Nazareth Dio ha preso casa (cfr. Gv 1,14; Mt 2,23; 4,13). E lo ha fatto per circa un trentennio (cfr. Lc 3,23), dedicando «la maggior parte degli anni della sua vita sulla terra» - come ha notato Giovanni Paolo II - «al lavoro manuale, presso un banco di carpentiere» (cfr. Mc 6,3 ove è usato il termine tektòn cioè appunto, più che falegname, "carpentiere" o "manovale addetto alle costruzioni", dal quale deriva il nostro archi-tektòn, "il capo dei carpentieri").

Fonti:
BASTIA G., L'iscrizione di Nazaret, 19 gennaio 2009.
ID., Considerazioni archeologiche e geografiche riguardanti la città di Nazaret, 6 febbraio 2009.
MARUCCI C., Le “Ipotesi su Gesù” di V. Messori, in “Apologetica”, 68, aprile 1977, pp. 293-294.
MESSORI V., Ipotesi su Gesù, SEI, Torino 1976, pp. 231-232.
RICCIOTTI G., Vita di Gesù Cristo, Mondadori, Milano 2013 (ristampa della XV edizione del 1962; I edizione del 1941), pp. 240-241.
WOJTYLA K. (GIOVANNI PAOLO II), Laborem exercens, 14 settembre 1981, n. 6, https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_14091981_laborem-exercens.html.

Immagine:
Casa di Nazareth, Basilica dell'Annunciazione.