Il vangelo della "Messa nella notte", nella solennità del S. Natale, è tratto dall'opera dell'evangelista Luca (2,1-14) e, tra gli altri, offre lo spunto per affrontare la spesso dibattuta questione dei "fratelli" di Gesù.
In Lc 2,7 leggiamo che Maria "Diede alla luce il suo figlio primogenito": se si parla di primogenito è logico e doveroso dedurre la successiva nascita di uno o più altri figli (sebbene non riportata da alcun evangelista). In vari passi di tutti e quattro gli evangelisti, e pure in Paolo, vengono citati (talvolta per nome) diversi "fratelli" e "sorelle" di Gesù (si vedano Mt 12,46; 13,55-56; Mc 3,31; 6,3; Lc 8,19; Gv 2,12; 7,3.5; At 1,14; 1 Cor 9,5; Gal 1,19).
Ora, Gesù secondo la ferma e costante tradizione della Chiesa fu figlio unico (cfr. Catechismo, n. 500). Come conciliare questa convinzione con l'apparente discordanza dei vangeli stessi?
Gli esperti (lo studio più approfondito in tema è di Josef Blinzler) hanno sciolto le difficoltà sulla base di queste principali argomentazioni:
- il termine "primogenito" per gli ebrei era particolarmente importante: il primogenito infatti era per legge consacrato a Dio e doveva essere "riscattato" al Tempio, come avviene anche per Gesù (cfr. Es 13,2.12-15; Lc 2,22-24);
- già nel V secolo Girolamo faceva notare al dubbioso Elvidio che omnis unigenitus est primogenitus: in una stele sepolcrale egiziana datata al 5 a. C., appartenente ad una giovane sposa giudea morta di parto, si legge: "Il Destino mi condusse al termine della vita fra le doglie del primogenito figlio";
- poiché l'ebraico antico non conosce il vocabolo "cugino" nella Bibbia si usa il termine "fratello" non solo per indicare i fratelli carnali ma anche altri parenti prossimi facenti parte del gruppo familiare: si vedano ad esempio Gen 13,8; 14,14.16; 24,48 (Abramo e Lot, che sono zio e nipote, sono detti fratelli); 29,12.15 (Lot e Giacobbe, zio e nipote, sono chiamati fratelli); Lv 10,4; 1 Cr 9,6 (passo che parla addirittura di "seicentonovanta fratelli"); 23,22;
- dal Vangelo di Giovanni (19,25) emerge che Maria aveva una "sorella" che fu presente sul Calvario (sorella carnale o semplice parente? Non è definibile). Quindi Gesù poteva avere dei cugini, più o meno prossimi. Cugini e parenti che sembrano appunto formare un gruppo piuttosto numeroso di "fratelli" e "sorelle" (cfr. Mt 13,55-56; Mc 6,3). E infatti due dei "fratelli" di Gesù citati in Mt 13,55 (Giacomo e Giuseppe) sono poco dopo detti figli di una "altra Maria" presente sul Calvario (cfr. Mt 27,55-56.61; 28,1): la "sorella" della Vergine di cui parla Gv 19,25?
- l'affidamento di Maria a Giovanni da parte di Gesù morente in croce (cfr. Gv 19,25-27) avrebbe avuto "poco senso" in presenza di altri figli di Maria.
Fonti:
Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, n. 500, https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p122a3p2_it.htm.
COGGI R., Trattato di Mariologia. I misteri della fede in Maria, ESD, Bologna 2011, pp. 140-141.La Bibbia di Gerusalemme, EDB, Bologna 1985, p. 2114.
Simon Dewey, In favor with God.
RATZINGER J. (BENEDETTO
XVI), L’infanzia di Gesù, Libreria Editrice Vaticana/Rizzoli,
Città del Vaticano/Milano 2012, pp. 84-85.
RICCIOTTI G., Vita
di Gesù Cristo, Mondadori, Milano 2013 (ristampa della XV edizione del
1962; I edizione del 1941), p. 261 nota 1 e p. 287.