"Gemme cristiane" non affronta spesso argomenti di etica/morale. E' capitato ad esempio quando si parlava della dottrina che la Chiesa ha elaborato circa la moralità degli atti umani (cosa rende buona o cattiva una determinata azione?).
Oggi torniamo a parlare di morale, chiedendoci - in estrema sintesi - perché la Chiesa ritiene via sia profonda verità e bellezza nella castità prematrimoniale (cioè nell'astensione dai rapporti sessuali prima del matrimonio). I principali motivi sono tre e - attenzione - si pongono su un piano anzitutto di ragione prima che di fede:- mancanza di un vincolo stabile: i fidanzati che decidono di convivere non hanno davanti a Dio, alla loro coscienza, alla società e allo Stato un vincolo irrevocabile tra loro. Si genera così una contraddizione: l'unione intima delle persone è "smentita" dalla provvisorietà della scelta di vita. Nota il teologo Maurizio Pietro Faggioni: «non è semplicemente il donarsi a costituire la via di attuazione dell’essere umano: è piuttosto il donarsi in modo totale e a qualcuno. […] ogni essere umano aspira intimamente a donarsi a qualcuno» (cfr. Catechismo, n. 2361).
- mancanza di un ambiente adatto per i figli: l'eventuale figlio, quando non evitato con una manipolazione dell'atto sessuale (la contraccezione risulta così, anche, espressione della strutturale imperfezione dei rapporti prematrimoniali), viene a trovarsi al di fuori dell'ambiente "pensato" dalla natura per la sua protezione, il suo sviluppo, la sua educazione: la famiglia. «Società naturale fondata sul matrimonio» - così la definisce la nostra Costituzione (art. 29) - la famiglia è capace di fecondità, stabilità e accoglienza grazie ai caratteri dell'unità e dell'indissolubilità del matrimonio monogamico... e sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo, gli effetti sui figli della dissoluzione della famiglia o della sua assenza sin dall'origine;
- mancanza di vero amore: talvolta i rapporti pre ed extramatrimoniali scaturiscono da ricatti morali (prove d'amore) o da progetti di vita temporanei (test); ora, chiedere una prova d'amore o promettere amore "a termine" è esattamente confessare scarsità/assenza di amore. Le persone non si provano, si scelgono. Inoltre, statisticamente, non risulta che le tante prove stiano conducendo ad altrettante successive relazioni stabili, anzi. Ma soprattutto: chi ama veramente una persona non ha altro desiderio che vivere assieme a lei - e a lei sola - per sempre.
Ricapitolando con il Catechismo (n. 2391): «Molti attualmente reclamano una specie di "diritto alla prova" quando c'è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impegnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti "non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci". L'unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la "prova". Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro».
Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, nn. 2360-2379 e 2391, https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a6_it.htm.
Costituzione della Repubblica italiana, 27 dicembre 1947, art. 29, https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:costituzione.
FAGGIONI M. P., Sessualità matrimonio famiglia, EDB, Bologna 2010, pp. 137-168.
RODRIGUEZ-LUNO A., Scelti in Cristo per essere santi. III. Morale speciale, Edusc, Roma 2008, pp. 343-366 e 389-393.
Frase pronunciata alla fine del film Les Misérables (uscito nel 2012, regia di Tom Hooper) basato sulla versione inglese datata 1985 dell'omonimo musical di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg tratto dal capolavoro di Victor Hugo del 1862. Allerta spoiler: non guardare il video se non hai visto il film!