Nell'odierna liturgia dell'Immacolata concezione di Maria la Chiesa pone in relazione tra loro Gen 3,9-15.20 (testo dell'Antico Testamento databile al post-esilio cioè attorno al VI-V secolo a. C.) e Lc 1,26-38 (testo del Nuovo Testamento - è l'episodio dell'annunciazione - databile al I secolo d. C., come scrivevo qui).
Il punto centrale è Gen 3,15 ove leggiamo alcune parole (di non facile traduzione/interpretazione) rivolte da Dio al serpente: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». La tradizione della Chiesa fin dal II secolo ha qui visto il "protovangelo" cioè la prima (non per antichità ma per collocazione nella Bibbia) profezia messianica dell'Antico Testamento, una prefigurazione di Maria e Gesù vincitori del male. Oggi gli esegeti tendono a respingere questa interpretazione in quanto non fondata sul testo ebraico (dove "questa/essa" rimanda alla stirpe di Eva) ma sulle traduzioni greche e latine, ove si trovano al posto di "questa", rispettivamente, i pronomi "autòs" = "egli" (quindi Gesù) e "ipsa" = "ella" (quindi Eva e/o, appunto, Maria).
Tralasciando il fatto che la traduzione greca dal senso apertamente messianico (resa possibile da una particolarità della lingua ebraica, la confusione tra i pronomi personali di terza persona singolare maschile "hu'" e femminile "hi'") precede anch'essa la venuta di Cristo (la Settanta è infatti databile al III-II secolo a. C.) bisogna rilevare che pure nel testo originale si può cogliere una profezia messianica. Scrivono i teologi Fernando Ocáriz, Lucas Mateo-Seco e José Antonio Riestra: «Anche se l'interpretazione del testo si limitasse al suo significato letterale diretto – dicesse, cioè, che sarà la discendenza di Eva [cioè il genere umano] a sconfiggere il maligno –, ci troveremmo non solo di fronte a una promessa generica di Redenzione, ma anche a un annuncio e a una promessa di Cristo. Infatti, se la Redenzione sarà realizzata dall'uomo (discendenza della donna), e solo Dio può redimere l'uomo, risulta che la vittoria sul potere del maligno dovrà essere realizzata da Dio e dall'uomo. Alla luce del Nuovo Testamento è chiaro che questo si compie in Cristo Gesù». Grazie al sì di Maria, «Vergine benedetta, che 'l pianto d'Eva in allegrezza torni» (Petrarca).
Fonti:
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MESSORI V., Ipotesi su Gesù, SEI, Torino 1976, pp. 64 e 79.
OCÁRIZ F., MATEO-SECO L. F., RIESTRA J. A., Il mistero di Cristo. Manuale di Cristologia, Edusc, Roma 2013 (traduzione dell'opera del 1991; ristampa della I edizione del 2000), pp. 41-42.
OSSANDÓN WIDOW J. C., Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Edusc, Roma 2018, pp. 117-118.
PASCAL B., Pensieri e altri scritti (a cura di AULETTA G.), Mondadori, Milano 2018 (traduzione dell'opera del 1670), nn. 547, 740 e 838.
PETRARCA F., Canzoniere, CCCLXVI, v. 36.
RATZINGER J. (BENEDETTO XVI), Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, Libreria Editrice Vaticana/Rizzoli, Città del Vaticano/Milano 2011, p. 62.
SERAFINI F., In principio Dio creò il cielo e la terra. Esegesi di Gn 1,1-2,3 (dispensa), pp. 31-33 e 50-51.
SOCCI A., Indagine su Gesù, Rizzoli, Milano 2008, pp. 137-149 e 249-253.
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WEINGREEN J., Grammatica di ebraico biblico, Glossa, Milano 2016 (traduzione dell'opera del 1992), pp. 23-24.